Schede CTS

Risparmio energetico ed efficienza energetica

Risparmio energetico ed efficienza energetica

In apertura è necessario precisare la differenza tra risparmio energetico ed efficienza energetica.

Il risparmio energetico si realizza con un minore consumo di energia, a parità di tecnologia. L’efficienza energetica riguarda invece l’aumento di rendimento che si può realizzare, a parità di consumo di energia, grazie alle nuove tecnologie. Oppure il minore consumo di energia che si può realizzare a parità di rendimento energetico. Il massimo si realizza quando la tecnologia consente di ottenere energia a costi vicini allo zero e con inquinamento praticamente nullo.

Ai fini del risparmio energetico e dell’efficienza energetica, vanno pertanto messe in evidenza due variabili: il comportamento delle persone e delle comunità; il ruolo del progresso tecnologico. Naturalmente queste due variabili possono interagire raggiungendo l’obiettivo finale del risparmio di energia.

Il tema che qui ci interessa abbraccia anche quello della relazione tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale. A parità di tecnologia, la relazione tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale è negativa. Il progresso tecnologico consente uno spostamento verso l’alto della curva che esprime la relazione negativa tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale, per cui a parità di sostenibilità economica si può realizzare una maggiore sostenibilità ambientale. Oppure, a parità di sostenibilità ambientale, si può raggiungere una maggiore sostenibilità economica.

Nel nostro Paese, un terzo dell’energia consumata riguarda le abitazioni. I comportamenti delle persone, delle famiglie e delle comunità rivestono pertanto un ruolo cruciale ai fini del risparmio energetico, a parità di tecnologie. Gli incentivi a certi comportamenti possono concretizzarsi attraverso l’osservanza di determinate regole, provviste di sanzioni, oppure attraverso il meccanismo dei prezzi.

E’ il caso delle nuove regole introdotte di recente per il ricalcolo delle tabelle millesimali per il riparto delle spese di riscaldamento nei condomini. Le nuove regole penalizzano i sistemi autonomi di riscaldamento, in base alla concezione che per ottenere il risparmio di energia occorrono i controlli dall’alto. Pertanto, più persone sono controllate e più probabile sarà il raggiungimento dell’obiettivo del risparmio energetico. Le persone che sono libere sulle modalità di impiego degli impianti, come nel riscaldamento autonomo, devono essere penalizzate con altissimi contributi agli impianti centralizzati. Un’autentica limitazione della libertà, che penalizza soprattutto le fasce di reddito più basse che non possono permettersi i forti aumenti di costo del riscaldamento autonomo.

Si tratta di una visione del mondo molto estesa nei palazzi e nella burocrazia dell’Unione Europea, per cui determinati obiettivi, nei diversi campi, possono essere raggiunti solamente attraverso direttive e controlli dall’alto, limitando al massimo le libertà del singolo.

Tale visione è in contrasto con i valori fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa che sono la libertà, la responsabilità, la dignità, la creatività dell’uomo. Viene inoltre sacrificato il grande valore della sussidiarietà rispetto a quello della solidarietà. Non bisogna mai dimenticare che la solidarietà senza la sussidiarietà crea appiattimento e distruzione della propensione a intraprendere che è la molla dello sviluppo, mentre la sussidiarietà senza la solidarietà alimenta l’individualismo e gli egoismi localistici. Bisogna pertanto mantenere in equilibrio questi due valori fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa, al fine di raggiungere l’obiettivo finale del bene comune.

Parlando di risparmio energetico e di efficienza energetica, non possiamo non fare riferimento all’Enciclica sociale di Papa Francesco Laudato sì sulla cura della casa comune. Come precisa Papa Francesco, l’Enciclica è rivolta a tutti gli uomini del mondo, credenti e non credenti. Si tratta di una visione che rappresenta lo sviluppo del pensiero sociale di Giovanni XXIII che affermava nell’Enciclica Pacem in terris del 1963 che essa era rivolta non solo ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà.

Al punto 194 della Laudato sì, Papa Francesco, riprendendo il pensiero di Benedetto XVI della Caritas in veritate, afferma che abbiamo bisogno di cambiare il modello di sviluppo globale, la qual cosa implica riflettere responsabilmente sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni. Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell’ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso.

Giovanni Scanagatta

Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID)

Roma, 29 gennaio 2018