12/02/2019 - Comitato Tecnico Scientifico - "Forum permanente sui valori dell’Imprenditorialità illuminata dalla fede"

Prima della relazione di Sua Eminenza Pietro Parolin aveva aperto il Convegno il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico, Sen. Riccardo Pedrizzi, che si è soffermato sul ruolo del mondo cattolico e dei corpi sociali intermedi: “Più che vagheggiare o promuovere la formazione di nuovi partiti politici, come il partito dei cattolici che sarebbe irrilevante nella geografia politica e partitica, bisogna puntare e rivitalizzare i corpi sociali intermedi”... “solo se la società avrà uno scatto di reni, indipendentemente dalle ideologie, si potrà risalire la china in un momento difficile per il Paese”... Pedrizzi ha quindi evidenziato che “il messaggio del Magistero è attualissimo per affrontare i problemi e dare soluzioni, ponendo al centro non solo dell’attività produttiva ma della quotidianità, la persona nella sua integralità”. Non a caso, ha osservato, “questo nuovo appuntamento del Forum sui valori dell’imprenditoria illuminata dalla fede, è l’occasione per una rinnovata riflessione sull’attuale situazione economica letta alla luce della dottrina sociale della Chiesa”.

Ha quindi preso la parola il generale Giuseppe Arbore, Capo del III Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, che ha affrontato il tema del ruolo dell’etica nei rapporti economici, finanziari e tributari, evidenziando il lavoro che il Corpo svolge per verificare e, eventualmente, reprimere quelle attività che possono essere di intralcio ad un ordinato sviluppo della vita economica del paese. In primo piano la questione delle frodi fiscali, del trasferimento di capitali all’estero, e della verifica sui conti correnti. Come esempio ricorda che se in un determinato territorio si vede un innalzamento dei saldi medi di conti correnti non giustificato da una crescita del Pil, vuol dire che lì c’è un flusso finanziario che ha un’origine non perfettamente lecita, e, di conseguenza, l’indagine porterà alla eventuale individuazione di persone sulle quali poi avviare gli accertamenti.

È quindi intervenuto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che trattando il tema: "Quale politica per la crescita del Paese", ha messo in primo piano i temi del lavoro, dello sviluppo, della solidarietà: “dobbiamo passare dal conflitto alla collaborazione”, recuperare il confronto sui contenuti. L’Italia è un grande paese, è la seconda manifattura d’Europa, e questo nonostante il fatto che le nostre aziende hanno il 20 per cento più di tasse rispetto alla Germania, e il 30 per cento in più di costi: “se siamo secondi con queste criticità, cosa saremmo se non ci fossero?”

Oggi lo scenario economico mondiale vede due grandi colossi: gli Stati Uniti e la Cina. È impensabile un confronto tra singoli paesi europei e le due potenze economiche; queste devono avere come interlocutore l’Europa nel suo insieme, ha affermato il presidente di Confindustria. “Un’Europa disgregata fa gli interessi di altri”, ha inoltre sottolineato. La domanda a questo punto è: l’Europa “vuole diventare un mercato di consumatori o agire in una logica bilaterale”. E venendo al nostro paese, Boccia ha affermato che la situazione attuale “ci obbliga a dibattere sulle ragioni delle riforme, perché solo attraverso l’Europa noi riusciamo a difendere le posizioni”. Allora, “vogliamo essere fuori o dentro?” Perché saranno “i paesi economicamente forti a scrivere le regole”; e se perdiamo la sfida economica “perdiamo la primazia politica”.

Per il presidente di Confindustria bisogna tornare allo spirito dei padri costituenti, i quali, pur da posizioni politiche diverse, avevano comunque “lo spirito e il senso della comunità”.

Il punto allora è di sapersi “confrontare nel merito dei contenuti, non solo sulle tattiche e su qualche tweet che riguarda poco la vita del Paese”. Bisogna “passare dagli interessi alle esigenze del Paese”, ha insistito Boccia. Sogno e speranza non dovrebbero essere solo parole; per questo bisogna pensare alla grande, e mettere la persona, l’impresa al centro della società.

Una domanda anche sul tema del giorno, la Tav: “auspichiamo che il Governo abbia una unica e grande priorità: l'occupazione e il lavoro". E soffermandosi sull’analisi costi-benefici, il presidente Boccia ha detto: “l'apertura di quei cantieri a regime determina 50mila posti di lavoro. Se per il Governo questo basta… A noi come analisi costo-opportunità questo basta, in una fase delicata dell'economia in cui va messo al centro l'occupazione, il lavoro. È una grande occasione per dare lavoro a 50mila persone. Io l’analisi l’ho già fatta”.