Schede CTS

La buona politica è al servizio della pace

La buona politica è al servizio della pace

Il prossimo messaggio di Papa Francesco per la cinquantaduesima Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2019 sarà dedicato alla buona politica che è al servizio della pace.

La buona politica e’ la massima espressione della carità. La carità è in relazione con la giustizia la quale, come ci ha insegnato Benedetto XVI, ne costituisce la misura minima. La giustizia nella sua massima espressione diventa carità.

La carità è una delle tre virtù teologali, assieme alla fede e alla speranza. La giustizia fa parte delle virtù cardinali, assieme alla prudenza, alla fortezza e alla temperanza. Queste ultime virtù dovrebbero caratterizzare la vita dell’imprenditore cristiano.

L’imprenditore virtuoso è prudente e non espone mai la sua azienda a rischi che ne compromettano il futuro per sete di guadagno. E ciò, in primis, per la responsabilità che l’imprenditore ha nei confronti dei suoi dipendenti, la risorsa più preziosa in un’ottica di sostenibilità dell’azienda nel lungo periodo.

L’imprenditore virtuoso è giusto perché corrisponde ai dipendenti il giusto salario, considerando l’azienda come una comunità di persone in cui l’autorità viene esercitata non come potere ma come servizio per lo sviluppo e la costruzione del bene comune (Giovanni Paolo II, Centesimus annus). L’imprenditore giusto è impegnato nella produzione della ricchezza, moltiplicando i talenti ricevuti, e nella sua distribuzione secondo principi di giustizia (Papa Francesco, Evangelii gaudium).

L’imprenditore virtuoso pratica la virtù della fortezza. Egli affronta con tenacia i momenti difficili dell’impresa per assicurare ad essa la sostenibilità nel lungo periodo per il bene di tutti i soggetti interni ed esterni: dipendenti, comunità locali, istituzioni locali, clienti, fornitori, ambiente, azionisti.

BuonaPolitica

L’imprenditore virtuoso pratica la virtù della temperanza. La temperanza è la virtù morale che rende capaci di equilibrio nell'uso dei beni creati. Essa mantiene i desideri entro i limiti dell'onestà e della moderazione.

Il buon politico deve testimoniare nella sua missione le stesse virtù che devono caratterizzare il buon imprenditore: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. La giustizia nella sua massima espressione diventa carità e ciò rappresenta il valore più alto della politica. Abbiamo pertanto un’intima relazione tra le virtù teologali e quelle cardinali.

Nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa del 2004, il termine politica viene declinato ben 80 volte, raggiungendo uno dei valori più elevati. Al numero 168 del Compendio si legge che “La responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è la ragion d’essere dell’autorità politica. Da ciò deriva le necessità di istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere accessibili alle persone i beni necessari – materiali, culturali, morali, spirituali – per condurre una vita veramente umana. Il fine della vita sociale è il bene comune storicamente realizzabile” (Leone XIII, Rerum novarum).

Paolo VI, che è stato canonizzato il mese di ottobre scorso, nella Populorum progressio afferma che “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Questo può essere realizzato solo dalla buona politica. La buon politica deve avere come obiettivo lo sviluppo dei popoli e questo consente di costruire la pace nel mondo e, in definitiva, il bene comune universale. In tale prospettiva, Paolo VI costituisce nel 1967, la Pontificia Commissione “Giustizia e Pace”, realizzando un voto dei Padri Conciliari, per i quali è assai opportuna la creazione di qualche organismo della Chiesa universale che abbia lo scopo di sensibilizzare la comunità dei cattolici a promuovere il progresso delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni. Per iniziativa di Paolo VI, a cominciare dal 1968, la Chiesa celebra il primo giorno dell’anno la Giornata Mondiale della Pace. Lo stesso Pontefice dà avvio alla tradizione dei Messaggi che affrontano il tema scelto per ogni Giornata Mondiale della Pace, accrescendo così il corpus della Dottrina Sociale della Chiesa.

Come afferma Papa Francesco, stiamo vivendo la terza guerra mondiale “a pezzi” e pertanto non abbiamo a livello globale la buona politica che è al servizio della pace. Attualmente ci sono nel mondo una quarantina di guerre, di cui la maggior parte in Africa. La guerra porta inesorabilmente alla fame e quindi ai fenomeni migratori di cui sta soffrendo il mondo e, in particolare, l’Europa.

Il tema scelto per il prossimo anno della Giornata Mondiale della Pace acquista un particolare significato per l’intimo legame che esiste tra la buona politica, lo sviluppo e la pace. Si tratta di tradurre in pratica il grande messaggio di Paolo VI con la Populorum progressio del 1967: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. E per raggiungere questo obiettivo è fondamentale la buona politica, realizzando in questo modo lo scopo ultimo della Dottrina Sociale della Chiesa che è rappresentato dal bene comune.

Comitato Tecnico Scientifico dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID)

Roma, gennaio 2019