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Creazione ed estrazione di valore: all'origine della grande crisi del 2007-2008

Creazione ed estrazione di valore: all'origine della grande crisi del 2007-2008

L’anno scorso è uscito un bellissimo libro di Mariana Mazzucato sul tema della creazione e dell’estrazione di valore nell’era della globalizzazione. E’ una chiave di lettura molto stimolante della grande crisi che è iniziata nel 2007-2008 e che ancora non si riesce a vederne la completa fine.

La Mazzucato, nel suo libro ricco di spunti teorici e di dati di evidenza empirica, parte, per capire la grande crisi del 2007-2008, dalle teorie del valore e della distribuzione che abbiamo un po’ dimenticato. In una sana economia i prezzi dipendono dal valore creato e non viceversa come è avvenuto con la grande crisi. Quando ci si arricchisce con la speculazione in borsa si estrare valore ma non si crea valore, spostando la distribuzione del reddito a favore dei ricchi. Il fenomeno è strettamente legato alla finanziarizzazione, creando un’industria finanziaria che vive di se stessa estraendo valore invece di crearlo, ma che ha colpito anche il settore reale dell’economia puntando esclusivamente alla massimizzazione del valore per gli azionisti nel breve e nel brevissimo periodo. Gli utili delle imprese non vengono impiegati per l’accumulazione e lo sviluppo in un’ottica di lungo periodo, ma per l’acquisto di azioni che ne aumenta i prezzi, a vantaggio dei managers che vengono remunerati con azioni della società.

Un esempio di finanziarizzazione del settore reale dell’economia viene dal settore automobilistico. Come è noto, la domanda di automobili viene sostenuta dal pagamento a rate, a tassi di interesse piuttosto elevati che raggiungono anche l’8% annuo effettivo. Tutte le case automobilistiche hanno una sezione finanziaria o addirittura hanno creato una banca che sostiene la vendita di auto. I guadagni della sezione finanziaria superano spesso quelli che provengono dalla vera e propria vendita delle automobili. Facciamo l’esempio di un automobile con un prezzo di vendita di 15 mila euro, di cui 3 mila pagati in contanti e 12 mila rateizzati con 60 rate mensili al tasso effettivo annuo dell’8%. La rata mensile è di circa 250 euro e quindi un esborso totale rateizzato di 15 mila euro, più 3 mila euro di anticipo: 18 mila euro, cioè il 20% in più che rappresenta l’estrazione di valore.

In una economia sana il prezzo dipende dal valore creato e non viceversa come quando si guadagna speculando in borsa. In quest’ultimo caso, non si crea valore ma si estrae valore, influenzando la distribuzione della ricchezza, per cui una percentuale sempre più piccola di persone viene a possedere una ricchezza sempre più grande. Qui vige la famosa legge del 20/80% per cui il 20% delle società quotate spiega l’80% della capitalizzazione di borsa. Si pensi solo alla capitalizzazione di borsa di Apple che ad un certo punto aveva raggiunto 1 miliardo di dollari, poi scesa a circa 700 milioni in relazione alla caduta delle quotazioni. Oggi è risalita a circa 800 milioni in seguito alla ripresa delle quotazioni di borsa.

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In questa situazione sorge una domanda? Come si spiega la larga creazione di liquidità da parte della Banca Centrale Europea (BCE) a tassi intorno allo zero e un’inflazione che a fatica a superare il 2%? Poiché le quotazioni di borsa crescono molto, significa che la moneta si dirige non verso il settore reale dell’economia ma verso il settore finanziario, con enormi estrazioni di valore e non creazione di valore. La Banca Centrale Europea è quindi responsabile, in buona parte, dell’estrazione di valore e delle conseguenze disuguaglianze di ricchezza tra in cittadini.

Ma c’è un altro aspetto da tenere presente e che mostra come la BCE favorisce con la sua politica di tassi di interesse nulli l’estrazione di valore in luogo della creazione di valore. Abbiamo visto che a fronte di tassi di interesse nulli, il settore automobilistico rateizza il pagamento delle automobili a tassi effettivi annui che arrivano anche all’8%. In questa situazione, il settore automobilistico che fa finanza realizza dei margini di interesse elevatissimi, propri degli intermediari finanziari. Ma la stessa cosa vale se il settore automobilistico si finanzia ad esempio con l’emissione di obbligazioni a tassi di interesse certamente bassi in relazione alla politica monetaria fortemente espansiva. In ogni caso, il settore automobilistico ha interesse a fare intermediazione, estraendo valore, accanto alla costruzione di automobili che crea valore. Il questo modo il settore reale della costruzione di automobili viene spinto alla finanziarizzazione.

Dall’analisi sopra indicata, si deduce che la politica della BCE di tassi di interesse nulli che spinge ad indebitarsi per speculare in attività finanziarie, è fortemente distorsiva spingendo il sistema a finanziarizzarsi estraendo valore invece di crearlo. Sarebbe al limite più logico, ferma restando la politica monetaria fortemente espansiva, di farla ma a tassi di interesse non nulli e coerenti con i rendimenti degli investimenti nel settore reale dell’economia. L’indicatore fondamentale potrebbero essere proprio i tassi di interesse praticati dal settore automobilistico per la vendita a rate delle automobili.

Quindi la domanda fondamentale che dobbiamo porci è questa. Che differenza c’è tra una politica monetaria della BCE fortemente espansiva a tassi di interesse nulli e una a tassi di interesse non nulli, diciamo del 5%. La differenza è la selezione del denaro investito e in generale degli investimenti. Se devo pagare il 5% devo investire il danaro in modo da avere un rendimento del 5% e impiegare il tempo necessario per produrre questo reddito che è certamente più lungo del tempo per realizzare un rendimento vicino allo zero. Abbiamo pertanto una selezione avversa e distorsi che privilegia gli investimenti a breve termine come quelli in borsa. Si pensi solo al fatto che l’indice Dow Jones nelle ultime 52 settimane ha registrato una differenza tra il valore minimo e quello massimo del 23%. Non esistono investimenti reali che procurano, nel rispetto della legge, il 23% di rendimento nell’arco di un anno. La politica della BCE spinge in sostanza verso comportamenti del mercato che tendono ad estrarre valore nel breve termine piuttosto che creare valore in un’ottica di medio-lungo periodo.

Un ultima domanda riguarda il livello di equilibrio dei tassi di interesse. Nell’ultimo libro di Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, “Anni difficili” del 2018, si afferma che probabilmente il livello del tasso di interesse di equilibrio si è abbassato. E ciò per due motivi fondamentali: il primo; il calo demografico, il secondo; la decelerazione futura del progresso scientifico e tecnico. Non appare convincente questa posizione, perché il calo demografico vale per Paesi come l’Europa, una frazione sempre più bassa della popolazione mondiale, ma non per l’Africa con una previsione al 2050 di 2,5 miliardi di persone.

La questione della decelerazione del progresso scientifico e tecnico esige una riflessione più articolata. Il progresso scientifico e tecnico determina un aumento della produttività e questa si riverbera in larga parte in un aumento del reddito pro capite. L’aumento del reddito pro capite porta ad aumento della popolazione mondiale. Dobbiamo leggere in modo inverso questa relazione sapendo che da qui al 2050 la popolazione mondiale arriverà a 9 miliardi di persone rispetto ai 7,7 miliardi attuali. Questo fatto porta a prevedere un aumento del reddito pro capite medio mondiale e quindi ad un aumento della produttività determinata dal progresso scientifico e tecnico riguardante tutte le aree dell’attività economica. Questo conduce difficilmente, come afferma Visco, ad un abbassamento del livello di equilibrio del tasso di interesse. Una posizione questa che sembra causata dalla necessità di giustificare in qualche modo la politica di tassi di interesse incredibilmente bassi della BCE. Ma probabilmente le cose su questo campo sono destinate a cambiare nei prossimi anni.

Comitato Tecnico Scientifico dell'Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID)

Roma, 25 marzo 2019